È successo di nuovo.
Guido verso Milano e mi ritrovo a piangere.
Penso ai nostri avversari di giornata, alla mancanza di rispetto delle regole (da parte degli adulti), e poi in campo alle spinte, alle magliette tirate, agli insulti gratuiti e le prese in giro. Il tutto avallato da adulti in panchina, che premiano questi comportamenti applaudendo i “falli tattici” e la “cattiveria agonistica”.
Come se l’aggettivo “tattico” togliesse sostanza al sostantivo “fallo”, come se essere cattivi fosse necessario per essere agonisti.
Poi rivolgo il pensiero ai bimbi Orange e le lacrime di tristezza lasciano il posto a quelle di amarezza.
Non meritavano questo trattamento, neanche stavolta.
“Perché questo bambino mi insulta?”
“Perché se lo scarto mi prende la maglia?”
“Perché il loro allenatore li insulta?”
“Perché li premia quando fanno fallo?”
Non si può rispondere a queste domande, c’è il rischio di trasmettere rabbia e volontà di vendetta.
Dobbiamo coltivare con convinzione quella che è la nostra forza: insegniamo a rispettare tutti, a non discriminare chi è diverso, ad aiutare e rispettare chi è meno bravo.
I nostri bambini lo imparano, ma come spiegare la mancanza di rispetto che ricevono?
Mi ribolle il sangue.
Come posso insegnargli a pretendere il rispetto che meritano?
Come posso farlo senza diventare (e farli diventare) ciò che non voglio diventino?
Come posso insegnargli (per quel che mi compete) a stare nel mondo senza subire bullismi, ma senza commetterne?
Come?
Domande difficili a cui non so rispondere, so solo che non è una risposta acquisire, se pur per difesa, quegli stessi comportamenti.
Sì bimbi, dico, fatevi forti dei vostri comportamenti, in campo e fuori dal campo.
E allora bambini, allenatevi.
Allenatevi per diventare più forti in campo, coltivate la vostra unione di squadra, forse ci vorrà del tempo, ma la forza che scaturisce da un’ingiustizia subita può essere incredibile, se canalizzata nella giusta direzione.
Sarete giocatori più intelligenti, più coraggiosi.
Siate coraggiosi.
Continuate a difendere i più deboli, a restare uniti al loro fianco, come avete fatto finora.
Difendete le vostre idee.
State uniti!
In campo state uniti per sconfiggere gli avversari, o almeno per provarci con tutte le vostre forze.
Fatevi vedere insieme, felici, salutate i più piccoli, i più deboli.
Non cadete nel tranello della sopraffazione, che spinge e prendersela con gli indifesi per paura di essere vittima dello stesso gioco.
Se state insieme con le vostre convinzioni non sarete deboli, mai.
Perché è vero che il mondo in cui viviamo è fatto anche di prevaricazione, di bullismo.
È un mondo dove si prende in giro il meno fortunato per sentirsi più forti, è un mondo dove si infrangono le regole per raggiungere un risultato, fingendo che il risultato sia stato raggiunto davvero, anche se chiaramente non è così.
Non abbiamo davvero imparato qualcosa se abbiamo copiato per prendere un bel voto, non siamo davvero bravi se abbiamo vinto la partita infrangendo il regolamento, non diventiamo forti accanendoci sui deboli.
Restiamo caproni, perdenti, vigliacchi, nonostante i risultati.
Il mondo in cui viviamo è anche così.
La domanda che vi pongo è questa: volete che sia quello in cui vivranno i vostri figli?
Aiutiamoli a costruirne uno migliore.
Le parole del coordinatore della scuola calcio Orange, Silvano Gianazza
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